Il latte materno rappresenta l'unica necessità del neonato per i primi sei mesi di vita.
Quando possibile, proseguire l'allattamento del bambino oltre i sei
mesi, non può far altro che far bene alla sua salute: per questo motivo è
così importante l'allattamento al seno.
Perché continuare ad allattare al seno?
L'allattamento del bambino, non è semplicemente un gesto per
'stringere un legame' fra la mamma e il bambino, ma si tratta di un vero
e proprio toccasana per la salute.
E non si parla soltanto di quella del bambino, ma anche della salute materna.
Nonostante per i primi giorni di vita del bambino il tasso di
allattamento supera il 90% del totale, già arrivati a 3-4 mesi di vita,
solo un terzo delle donne continua ad allattare.
La situazione peggiora arrivando ai 6 mesi di vita, in cui, secondo le statistiche, soltanto il 10% delle donne prosegue l'allattamento al seno.
I motivi della rinuncia riguardano spesso le attività quotidiane, spesso inconciliabili con l'allattamento.
Mentre nel primo periodo vi è dedizione assoluta al bebè, col passare
dei mesi si riprende un po' con la 'vecchia vita', diminuendo il tempo
dedicato al bambino.
Questo non vuol dire che non ci sia pensiero o dedizione al proprio figlio, ma semplicemente, col passare dei mesi, si riprendono le vecchie abitudini quotidiane, con attività diverse da quelle riguardanti il bebè. Pertanto, anziché dedicarsi all'allattamento, si preferisce svezzarlo e iniziare con pasti ritenuti più adatti alla sua salute, ignorando il fatto che il latte materno risulti essere il miglior alimento per il bambino.
I benefici dell'allattamento al seno
Il latte materno contiene al suo interno tutto il necessario per le necessità del bambino.
Frutto dell'evoluzione umana, presenta sostanze adatte allo sviluppo di tutto l'organismo, sistema cerebrale incluso.
Anche dal punto di vista immunitario e del microbiota intestinale,
agisce al fine di 'proteggere' il bebè, preparandolo ad affrontare gli
agenti patogeni esterni (nel caso della protezione immunitaria), oppure
ottimizzando la corretta crescita del microbiota (molto influenzata
dall'alimentazione).
Ancora, ultimi studi sembrano concordare sul ruolo preventivo del latte
materno nei confronti di problematiche future, quali sovrappeso,
obesità, problemi di ipercolesterolemia (e conseguentemente
aterosclerosi), oppure diabete e sindrome metabolica.
Per quanto tempo continuare ad allattare al seno?
Il segreto è continuare finché è possibile, anche superato un anno di vita del bambino.
In particolare, continuare l'allattamento naturale è importante
soprattutto per i prematuri, grazie alla protezione immunitaria
garantita tramite gli anticorpi materni, che 'istruiscono' il corpo del
bambino nei confronti di patogeni già affrontati.
Col passare del tempo, il bambino si rafforzerà, e il latte risulterà comunque adatto alle sue necessità.
Infatti, non bisogna nemmeno dimenticare che il latte materno modifica
la sua composizione col passare dal tempo, in modo tale da adeguarsi
alle necessità (man mano sempre più consistenti) per la crescita del
bambino.
La composizione subisce una modificazione naturale nel corso dei mesi,
in base alle richieste del bebè, pertanto non bisogna preoccuparsi se
possa bastare o meno.
Qualora non fosse più disponibile il latte materno, oppure la madre
risulti impossibilitata a fornirlo (ad esempio nel caso di farmaci
incompatibili con l'allattamento), è possibile fare richiesta gratuita
alle banche del latte, che in Italia sono ben 38.
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